Le strade più diverse possono farci incontrare la meditazione. Di solito vi si approda frequentando un corso di yoga, un gruppo spirituale buddista o induista, oppure perché consigliati da un terapista per arginare stress o ansia.
Ma quanti tipi di meditazione esistono? E quale scegliere?
In una lezione di yoga la meditazione si colloca alla fine della sessione, dopo la sequenza delle posture (asana) e il rilassamento.
In ambito induista il testo più antico di riferimento è l’insieme degli Yoga Sutra di Patanjali che fornisce una descrizione delle principali pratiche meditative.
La meditazione Trascendentale è oggi la più diffusa meditazione induista laica.
In ambito buddista esistono diverse tradizioni, ma il testo più antico, che descrive in modo dettagliato la tecnica meditativa, è il Sutta Pitaka, contenente Satipatthana e Anapanasati.
La meditazione Vipassana è oggi la più diffusa meditazione buddista laica.
Dagli anni ’90, per la cura di diverse patologie mediche e/o psicologiche, si sono diffuse dagli Stati Uniti
– la Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR)
– e la Mindfulness Based Cognitive Therapy (MBCT)
che si fondano sulla meditazione buddista Vipassana (consapevolezza del respiro e delle sensazioni).
La meditazione non è una tecnica di rilassamento
La prima volta che ci si avvicina ad una tecnica meditativa è molto probabile provare un senso di pacifico rilassamento e spesso si crede che essere in pace e rilassati sia l’unico obiettivo.
A parte lo Yoga Nidra, che è a tutti gli effetti un rilassamento, gli altri tipi più diffusi di meditazione, però, non sono tecniche di rilassamento. Sono qualcosa di molto più potente. La meditazione praticata con costanza cambia il funzionamento del nostro cervello e quindi della nostra mente. Aiuta ad esempio a modificare alla radice abitudini nocive e distruttive (per questo è usata in ambito medico psicologico). Un particolare tipo di meditazione buddista, la Meditazione di Gentilezza Amorevole (Metta in lingua pali), allenando la nostra attitudine al bene, ci rende più sereni e felici. In modo permanente.
Cosa dicono le ultime scoperte delle neuroscienze sui vari tipi di meditazione?
Per semplicità chiamerò
- ‘buddiste’ le meditazioni che si basano sul portare l’attenzione non-giudicante al respiro e/o alle sensazioni nel corpo
- e ‘induiste’ le meditazioni che richiedono di focalizzarsi su un mantra o un suono ripetuto nella mente.
Praticare la meditazione buddista o quella induista sembra avere effetti diversi. L’utilizzo della risonanza magnetica funzionale negli ultimi vent’anni ha reso possibile descrivere le attivazioni o disattivazioni di aree cerebrali nel cervello di esperti meditanti. Una rigorosa comparazione, effettuata tra diversi studi, mostra come in effetti questi 2 tipi di meditazione attivino circuiti cerebrali distinti (* Tomasino et al., 2014).
Le meditazioni d’ispirazione buddista attivano soprattutto i circuiti dei lobi frontali associati all’attenzione esecutiva. Confermando quindi la consapevolezza di sé come fondamento di queste pratiche. Le meditazioni d’ispirazione induista, invece, che mirano alla perdita del senso del sé, attivano circuiti posteriori della corteccia temporo-parietale.
È bene notare come tutte le diverse forme di meditazione siano processi dinamici, cioè caratterizzati da diverse fasi o stati della coscienza, ma la differenza sostanziale tra le 2 pratiche è la presenza di un certo stato di coscienza vigile durante la meditazione buddista, assente durante la meditazione induista.
I percorsi di Esserci Meditando sono ispirati agli esercizi descritti nei Sutra Satipatthana e Anapanasati d’origine buddista.
Portare l’attenzione al momento presente, attimo dopo attimo, sviluppa la continua consapevolezza di sé, facendoci diventare padroni dei nostri contenuti mentali e, con la mente domata, capaci di agire con maggiore libertà e serenità.
Ricordo infine che ognuno di noi ha il proprio punto di partenza e il proprio percorso personale e che una tecnica, qualsiasi tecnica, è utile, solo se applicata con disciplina e passione fino in fondo.
Buona meditazione!
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* Tomasino B, Chiesa A, Fabbro F. Disentangling the neural mechanisms involved in Hinduism- and Buddhism-related meditations. Brain Cogn. 2014 Oct; 90:32-40. doi: 10.1016/j.bandc.2014.03.013