Meditazione di consapevolezza
Vipassana, mindfulness
meditazioni guidate su
Qualcosa da sapere
prima di iniziare a meditare
Per godere dei benefici della meditazione non è necessario chiudere gli occhi e sedersi a gambe incrociate nella tipica posizione del loto. Se non stai praticando la meditazione camminata, però, sarebbe meglio sederti (a terra o su una sedia) e non sdraiarti, perché la schiena dritta, ma non rigida, ci aiuta a rimanere svegli e attenti.
Seduti dunque immobili ad occhi chiusi o semiaperti
portiamo la nostra attenzione al respiro.
La mente divaga,
ne diventiamo consapevoli.
Con dolcezza e tolleranza verso noi stessi
riportiamo l’attenzione all’aria che esce ed entra dal naso.
Osserviamo i pensieri, le emozioni e il corpo che cambiano in continuazione
e senza giudicare o giudicarci accettiamo ciò che appare alla coscienza.
Attimo dopo attimo siamo nel presente.
Essere consapevoli di noi stessi è dunque un’attività semplice, ma che nella pratica risulta molto difficile.
La nostra mente è infatti per sua natura molto distratta, perché impegnata ad elaborare una notevole quantità di informazioni. La maggior parte di queste informazioni sono utili o addirittura fondamentali per la nostra sopravvivenza, ma molte non lo sono affatto ed anzi, risultano persino inutili o dannose per la nostra salute mentale e fisica.
Se hai l’impressione di non controllare per nulla la tua mente, ti do una buona notizia:
hai già un buon livello di consapevolezza!
E dopo averne preso atto, considera che
la meditazione potrebbe essere la soluzione alla tua frustrazione.
Ogni volta che meditiamo modifichiamo infatti il nostro cervello, affinando la capacità di concentrazione e di attenzione non giudicante. Soprattutto all’inizio è importante però praticare almeno 20 minuti al giorno. Così come un atleta o una musicista si allena ogni giorno se vuole padroneggiare la propria arte, così noi dobbiamo allenarci con regolarità per iniziare a comprendere la nostra mente.
Grazie alla pratica quotidiana la mente diventa piano piano calma e lucida. E con questa chiarezza percettiva, emotiva e di pensiero è possibile comprendere i meccanismi alla base dei nostri condizionamenti. Ne deriva una dis-identificazione dai contenuti mentali che dona una grande libertà.
Con il tempo quell’atteggiamento mentale diventa parte di noi e ci si ritrova più attenti e presenti in ogni gesto della giornata. La capacità di pensare e agire secondo il momento presente, ci permette inoltre di scegliere il meglio per noi stessi e gli altri.
Questo tipo di meditazione può essere la soluzione che cercavi?
Nell’ambito dell’emergente campo delle neuroscienze contemplative, autorevoli articoli scientifici descrivono gli effetti della meditazione sul cervello e sul corpo.
La letteratura scientifica in materia è ormai vastissima: per saperne di più segui il blog di Albina.
Nel post Il benessere si può apprendere, lo dicono le neuroscienze
si parla, ad esempio, del benessere psico-fisico che si sviluppa meditando.
Per qualsiasi domanda scrivi a info@essercimeditando.it
L’esortazione a non affannarci per il domani, ma ad avere fiducia nel momento presente ci arriva in realtà da diverse tradizioni. Oggi cioè la scienza (in particolare le neuroscienze, di cui mi piace occuparmi) sta dimostrando qualcosa che è noto all’umanità da sempre. Riporto qui due brani emblematici, uno della tradizione cristiana e l’altro buddista.
Dal Vangelo di Matteo (Mt 6,25-34):
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita?
E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi…?
Non siate dunque in ansia dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”… Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia. Tutto il resto vi sarà dato in più…».
Dal Sutta Pitaka (Majjhima Nikaya, 131), il discorso di colui che si diletta dell’unica cosa che conta:
«Che nessuno insegua il passato,
né coltivi dubbi o aspettative per il futuro,
perché il passato non c’è più
e il futuro non è ancora arrivato.
Si osservi via via attentamente
ogni condizione che sorge nel presente,
in maniera invincibile e incrollabile,
la si conosca e se ne sia certi.
È in questo preciso momento che occorre praticare con ardore…
Colui che dimora ardentemente così nel momento presente,
che si impegna di continuo giorno e notte,
è detto “colui che si diletta dell’unica cosa che conta”,
è definito “in pace” e “saggio”».
Chi, come Gesù o Buddha, conosce i meccanismi sottili della realtà in cui siamo immersi cerca cioè di ammonirci di qualcosa di semplice: tieni la tua mente ancorata a ciò che c’è qui adesso e non perderti nelle elaborazioni mentali, siano esse ricordi o fantasie oppure anticipazioni sul futuro.
Qualsiasi tecnica di meditazione può aiutarci allora a trovare la pace interiore?
Esistono in effetti diverse pratiche meditative e potrebbe apparire difficile capire quale ci possa aiutare.
Nel post Dallo Yoga alla Meditazione Vipassana scrivo di uno studio molto autorevole che confronta la meditazione trascendentale con la Vipassana, fondata sull’attenzione al respiro e alle sensazioni nel corpo.
Che il nostro scopo sia religioso, spirituale o filosofico, durante la meditazione il primo passo deve essere calmare la mente e le diverse parti del corpo. E questo può essere fatto attraverso la concentrazione sul respiro o su un suono ripetuto, detto mantra.
Diverse forme di contemplazione possono dunque aiutarci a concentrare la mente, e dopo aver calmato la mente e il corpo sta a noi poi capire attraverso l’esperienza cosa ce ne vogliamo fare della nostra mente concentrata!