Sono per metà un monaco buddista e per metà uno scienziato.
Vedete, non ho mai cercato di convertire uno scienziato al buddismo, ma gli scienziati convertono me alla scienza!”
“La psicologia occidentale se paragonata alla psicologia dell’antica India si trova ad un livello infantile, perché la seconda ha più di duemila anni!”
DALAI LAMA, Pisa, 20 settembre 2017
Parecchi decenni fa Wolfgang Pauli, uno dei padri della fisica quantistica, scrisse una lettera in cui si augurava che la scienza e la religione si incontrassero per definire la realtà.
Oggi, per la prima volta in Italia, si è tenuto un simposio sulla scienza della mente. Tra gli studiosi di fama internazionale che esplorano l’interazione tra mente e realtà, erano presenti il celebre monaco buddista Matthieu Ricard e persino Sua Santità il Dalai Lama!
La conferenza, che si è svolta il 20 e il 21 settembre 2017 presso l’Università di Pisa, era divisa in 3 sessioni:
Mente e Meccanica Quantistica;
Scienza della Mente e Neuroscienze a confronto;
Scienza della Mente e Filosofia.
Il buddismo e la scienza ricercano in modo sperimentale
Sono di fatto ormai trent’anni che il Dalai Lama si diverte a discutere con eminenti scienziati e filosofi di tutto il mondo.
Come lui stesso ama ricordare, il buddismo e la scienza sono accomunati da un approccio sperimentale, cercano cioè di capire la natura della realtà attraverso l’investigazione critica.
“Il Budda non disse mai di accettare i suoi insegnamenti per fede, esortava invece ad usare la ragione e la sperimentazione”, afferma il Dalai Lama.
E per il suo contributo fondamentale allo studio della mente l’Università di Pisa gli ha anche conferito la Laurea Honoris Causa in Psicologia Clinica e della Salute.
L’importanza della meditazione di gentilezza amorevole
Durante il conferimento è stata riconosciuta in particolare l’importanza della meditazione Metta, o gentilezza amorevole, per lo sviluppo della terapia cognitiva. Dall’amicizia con noi stessi e gli altri, nasce infatti la compassione, una delle due colonne portanti della comprensione insieme alla saggezza.
Saggezza e compassione non possono esistere separatamente.
Più in generale è stato riconosciuto che l’allenamento mentale, riducendo l’iper-reattività, riduce la sofferenza umana ed è così cruciale per la salute mentale non solo degli individui, ma di tutta la società.
Durante il simposio il Dalai Lama ha poi aggiunto che tutte le tradizioni religiose portano un messaggio d’amore, ma è importante coltivare emozioni positive non solo attraverso la preghiera, ma anche con la razionalità.
Le moderne teorie sulla coscienza e sulla realtà si confrontano con l’antica scienza della mente buddista
Considerando che l’elettromagnetismo era sconosciuto 250 anni fa e che la fisica quantistica ha meno di 150 anni, è evidente che la maggior parte degli scienziati, e tutte le persone presenti a questo simposio, non pretende oggi di fornire spiegazioni definitive su chi siamo e sul mondo che ci circonda.
Si procede per tentativi eliminando con pazienza gli errori, in modo che le generazioni future possano poi investigare meglio.
La novità della scienza odierna, però, è che le nuove teorie sulla coscienza e sulla realtà fanno anche i conti, tra le altre cose, con l’antica scienza della mente di origine buddista.
Il buddismo infatti, nelle sue varie tradizioni e correnti, ha elaborato una visione analitica continua della realtà attraverso uno studio introspettivo in prima persona della mente, mentre la scienza adotta uno studio in terza persona.
Così, mentre il concetto di mindfulness, cioè l’importanza della consapevolezza del momento presente, si diffonde nella società, gli studiosi cercano di definire la realtà non solo con gli strumenti tradizionali della matematica e della logica, ma anche attraverso gli effetti della meditazione.
L’interdipendenza di tutti i fenomeni
Un concetto cardine del buddismo, su cui Sua Santità è tornato più volte durante i dibattiti, è l’interdipendenza di tutti i fenomeni.
Ogni cosa è vuota di esistenza indipendente (ma non è non-esistente!), esiste cioè solo in relazione a qualcos’altro.
E se nulla esiste in senso assoluto anche l’ego è illusorio, perché non esiste in modo indipendente dal resto, esiste sempre e solo in relazione ad altro.
A questo punto Sua Santità ha ricordato due verità:
1) c’è la realtà convenzionale a cui tutti siamo abituati e che percepiamo come costituita da oggetti solidi, concreti e separati;
2) e c’è la realtà ultima che attraverso la sperimentazione (scientifica o contemplativa) appare vuota.
Secondo il buddismo infatti tutti gli oggetti e gli eventi che sperimentiamo sono costrutti mentali o concetti. Quando in meditazione inizi a cercare un oggetto, lo spazio o gli elementi fondamentali degli oggetti, non trovi nulla, nemmeno la persona che fa esperienza degli oggetti o che percepisce lo spazio!
Le cose insomma non esistono di per sé, ma esistono come interazione mentale con le cose.
Diciamo che come primo congresso italiano in materia io mi ritengo abbastanza soddisfatta degli argomenti trattati.
Nel frattempo è bene continuare a meditare per poter sperimentare in prima persona certe verità sulla realtà e la mente 😉
Alla pagina EVENTI tutti gli appuntamenti di pratica in programma in questo momento.