Fu dopo aver letto Attenzione saggia, attenzione non saggia di Corrado Pensa che iniziai a comprendere davvero la differenza tra essere presente (consapevole) ed essere invece assorbita nei pensieri o nelle mie transitorie identificazioni.
Alla soglia dei 35 anni avevo alle spalle almeno 15 anni di studio sul corpo e di attenzione ai pensieri e alle emozioni. Nessuno mai, però, mi aveva portata per mano nei meandri della mia mente in quel modo leggero, semplice e gentile.
È un libro che consiglio a chiunque mediti seriamente, perché spazza via le inevitabili illusioni in cui rimane intrappolato ogni neofita.
Ad esempio io ero convinta che essere concentrati fosse tutto. Mi accorsi che si può essere fermi e immobili e concentrati e totalmente assorbiti nelle proprie fantasie o idee. Questa in mio possesso è la prima edizione:
Il libro è stato poi ristampato e si può acquistare qui:
Molti studi scientifici descrivono gli effetti della meditazione di consapevolezza o mindfuness
Nel frattempo la meditazione è diventata di moda.
Diffusa soprattutto con il nome di mindfuness, è anche oggetto di autorevoli studi scientifici.
Oggi disponiamo cioè dei correlati fisiologici di questo stato salutare della mente. Di questa attenzione non giudicante a ciò che accade dentro di noi, sia nel corpo che nella psiche, parlo nel mio articolo Meditare fa bene alla salute.
Si tratta soprattutto di studi condotti negli Stati Uniti, come quelli che ho descritto nell’articolo Sviluppare l’attenzione consapevole modifica il Cervello.
Anche in Italia, però, esiste qualche lavoro accademico di rilievo.
Numerose sono innanzitutto le review e le metanalisi firmate da Alberto Chiesa e Alessandro Serretti dell’Università di Bologna. Nell’articolo Dallo yoga alla meditazione Vipassana ne cito una di Franco Fabbro (Università di Udine) in collaborazione con Chiesa.
Anche nelle università italiane si conducono ricerche sulla meditazione
Per quanto riguarda invece veri e propri studi sperimentali condotti in Italia, eccone qualcuno.
La capacità di dis-identificarsi dai contenuti mentali ha un correlato fisiologico
- Otto monaci buddhisti Theravada del monastero Santacittarama, ispirato alla tradizione tailandese della Foresta, hanno collaborato con l’Università di Chieti e La Sapienza di Roma.
Con una media di 16.000 ore di meditazione, questi monaci erano esperti sia nell’attenzione focalizzata su respiro o suoni ripetuti, sia nel monitoraggio aperto alle sensazioni.
I risultati dello studio, pubblicati nel 2014 sulla rivista Frontiers in Human Neuroscience, evidenziano i correlati funzionali del cervello di chi medita da lungo tempo rispetto a chi medita da poco.
Lo studio dimostra che la meditazione, come allenamento mentale all’attenzione non giudicante, influisce sulla funzionalità cerebrale. In particolare risulta interessante la correlazione tra il ritmo alfa e la capacità di dis-identificarsi dai contenuti mentali tipica di chi medita da lungo tempo.
la riduzione dell’ansia e delle preoccupazioni è associata
all’ispessimento dell’insula e della corteccia somatosensoriale
- Un gruppo di ricercatori dell’Università di Siena ha calcolato per la prima volta la correlazione tra cambiamenti neuroanatomici e psicologici misurati prima e dopo un corso di 8 settimane di MBSR (riduzione dello stress basato sulla mindfulness).
Ventitré partecipanti, che non avevano mai meditato prima, sono stati reclutati e i risultati del lavoro sono stati pubblicati alla fine del 2014 sulla rivista PLOS ONE.
Lo studio ha rilevato un aumento dello spessore dell’insula destra e della corteccia somatosensoriale, associato a una riduzione degli indici psicologici legati ad ansia, preoccupazione, depressione e alessitimia. L’insula destra è infatti un nodo chiave per l’enterocezione, la consapevolezza dei movimenti corporei e delle emozioni.
effetti positivi nella cura dei sintomi della sla
- Francesco Pagnini, professore all’Università Cattolica di Milano, ha firmato alcuni studi che descrivono una minor progressione di una malattia alquanto invalidante e ad oggi mortale: la sclerosi laterale amiotrofica o SLA.
Le cause della SLA sono soprattutto di tipo biologico e genetico, riscontrare quindi effetti positivi nella cura dei sintomi con la meditazione ha dato seguito ad almeno tre diverse pubblicazioni tra il 2015 e il 2017, tra cui Mindfulness, physical impairment and psychological well-being in people with amyotrophic lateral sclerosis.
effetti della meditazione nella sclerosi multipla
- All’Università di Torino un gruppo di ricercatori guidato dal prof. Ostacoli sta studiando invece gli effetti della meditazione in pazienti affetti da Sclerosi Multipla. A questo link il protocollo pubblicato nel 2016.
PISA: LA SCIENZA DELLA MENTE INDAGA LA REALTÀ
Tra le importanti novità di rilievo nel panorama accademico italiano, spicca la collaborazione avviata nel 2016 tra l’Università di Pisa e l’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, uno dei principali centri di studi e pratica del Buddismo Mahayana in Europa.
Tra i due istituti è stata infatti firmata una convenzione per favorire sinergie e convergenze nello studio della mente, mettendo a confronto l’approccio occidentale con quello delle tradizioni contemplative e della cultura tibetana.
Il primo ambito di cooperazione è stato il master universitario in “Neuroscienze, Mindfulness e Pratiche Contemplative”, che conta una trentina di iscritti e rappresenta un’esperienza unica in Europa e tra le rare collaborazioni di questo genere nel mondo.
Mindscience, la scienza della mente
Un altro risultato di questa fruttuosa collaborazione è il simposio intitolato The Mindscience of Reality che si terrà il 20 e il 21 settembre 2017 al Palazzo dei Congressi di Pisa e vedrà la partecipazione del Dalai Lama.
Il dibattito multidisciplinare sui misteri della mente coinvolgerà fisici, filosofi, psicologi, medici e neuroscienziati di fama internazionale.
Il convegno si articolerà in tre sessioni: Mindscience e Fisica Quantistica, Mindscience versus Neuroscienze e Mindscience e Filosofia.
Cliccando qui si aprirà la pagina dell’articolo sul sito dell’Università di Pisa, che racconta come nel dicembre scorso due professori siano stati invitati in India per partecipare all’Emory Tibet Symposium.
In quell’occasione hanno incontrato il Dalai Lama, dando vita all’idea di organizzare un simposio pisano per lanciare il concetto di Mindscience, o Scienza della Mente. L’obiettivo è affiancare lo studio esperienziale e introspettivo a quello oggettivo delle neuroscienze, che indagano i correlati neuronali nella mente.
Per una comprensione completa dei fenomeni mentali, in particolare della coscienza, è necessario integrare lo studio in terza persona, che ha fatto enormi progressi negli ultimi anni grazie alle nuove tecnologie, con l’analisi in prima persona delle pratiche contemplative che si concentrano sull’esperienza interiore, piuttosto che esterna.
Anche in Italia insomma appare ormai avviato lo studio sistematico e multidisciplinare della mente, una delle ultime frontiere dell’ignoto.