La meditazione in azienda

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​Siamo più felici quando siamo nel presente e più vaghiamo con il pensiero, meno siamo felici.

Sembra un’affermazione zen e invece è il risultato di una ricerca scientifica pubblicata alla fine del 2010 su Science. L’autore, il ricercatore Matt Killingsworth, ha creato un’applicazione per misurare il livello di felicità di una persona.

​Il risultato da lui ottenuto è che essere presenti durante una qualsiasi attività dona un senso di pace e unione. E non importa cosa stiamo facendo. Se la nostra mente è totalmente assorbita nel momento presente, ci sentiamo più felici di quando invece la nostra mente è proiettata nelle fantasie, nei ricordi o nella progettazione del futuro. In pratica se siamo bloccati nel traffico e siamo nel presente (nella totale accettazione di ciò che c’è) siamo più felici che se passeggiamo in un bosco verde in montagna con la mente proiettata nel futuro.

Molte aziende hanno adottato la meditazione di consapevolezza (o mindfulness)

Grazie a questi e ad altri risultati molte grandi aziende hanno sposato la meditazione di consapevolezza e hanno verificato che chi è consapevole lavora meglio. Google, Yahoo, Nike, AOL offrono corsi di meditazione gratuiti durante le ore di lavoro. Chi è impiegato alla Apple può prendersi 30 minuti ogni giorno per meditare in una sala allestita allo scopo. Alla General Mills c’è una stanza per la meditazione in ogni edificio. E così Twitter, Facebook, Intel, Deutsche Bank, Procter & Gamble, Aetna, Huffington Post e molti altri hanno deciso di recuperare la dimensione umana all’interno della cultura aziendale promuovendo la consapevolezza del corpo e della mente.

E perché lo fanno? Semplice:
– incrementano la produttività
– e abbattono i costi da assenza per malattia

L’equilibrio mentale in effetti non solo influisce molto sul rendimento lavorativo, ma rende più sani fisicamente e quindi meno soggetti a malattia.

Molte aziende pubbliche e private hanno scelto quindi di contrastare lo stress dei propri dipendenti offrendo meditazioni gratuite durante le ore di lavoro, perché il benessere del singolo individuo si riflette poi in un beneficio per l’azienda.

La meditazione di consapevolezza permette di riprogrammare la propria mente verso il benessere.​L’attenzione al respiro con atteggiamento non giudicante verso ciò che emerge alla coscienza (sensazioni, emozioni, pensieri) sviluppa quella chiarezza mentale che nell’ambito delle relazioni lavorative si traduce in:

– comunicazione più efficace
– e migliori dinamiche interpersonali

Essere consapevoli significa diventare attenti a se stessi e all’ambiente circostante osservando semplicemente tutto come è, senza desiderio di cambiare la situazione. Evitare di etichettare o giudicare gli eventi e le circostanze ci libera dalla normale tendenza a reagirvi. Diventare consapevoli dei propri pensieri e sentimenti, senza farsi trascinare da automatismi inconsci, come accade di solito quando si vive con il pilota automatico, consente di affrontare qualsiasi problema con più distacco. La non-identificazione con i fenomeni mentali si rivela dunque un’ottima strategia per osservare anche i problemi più complessi senza panico, ma con mente lucida e ricettiva.

Sviluppare la consapevolezza migliora il nostro rapporto con il lavoro

A parte i calcoli di produttività delle grandi compagnie, chiunque può verificare nella propria vita quotidiana come l’aumento della consapevolezza si traduca in un miglioramento del proprio lavoro:

​* Aumentano l’attenzione e l’efficienza
* Diminuisce lo stress
* Si riducono i rischi
​* Migliora la soddisfazione personale

Sebbene la meditazione di consapevolezza nasca e si sviluppi all’interno del Buddismo, non è necessario essere buddisti per praticarla. È però abbastanza importante seguire una guida esperta che si sia formata e allenata magari anche con maestri buddisti per poter beneficiare di tutta la saggezza contenuta in questa tecnica. Solo chi ha meditato regolarmente per lungo tempo conosce a fondo i meandri della mente e i trucchi per non esserne schiavi.

Due eventi hanno sicuramente contribuito al diffondersi della meditazione svincolata dal Buddismo:
– la creazione del protocollo mindfulness (MBSR) da parte del medico Jon Kabat-Zinn alla fine degli anni ‘80
– i Dialoghi Pubblici che si tengono dal 1987 tra il Dalai Lama e studiosi di tutto il mondo, organizzati dal Mind and Life Institute in India, Stati Uniti ed Europa. In questi incontri si confrontano i più moderni risultati scientifici con la tradizione buddista.
In un libro pubblicato nel 1990 negli Stati Uniti, “Una politica di gentilezza”, si legge infatti che il Dalai Lama invita a svolgere ricerca scientifica. E se i risultati ottenuti dimostrassero la falsità delle parole del Buddha, dice il Dalai Lama, allora queste andrebbero rifiutate.
Ed ecco che a decenni di distanza, grazie alla fervida ricerca scientifica in materia di meditazione, fioriscono ovunque corsi che utilizzano tecniche buddiste per comprendere la mente (in modo esperienziale e non intellettuale!).

Chi è appassionato al proprio lavoro è più concentrato su ciò che fa piuttosto che sui risultati da raggiungere

E tutte quelle persone che hanno successo o sono soddisfatte del proprio mestiere senza aver mai meditato e senza neppure sapere cosa sia il Buddismo?
In effetti tutte le persone appassionate al proprio lavoro sono più concentrate su ciò che fanno che non sui risultati da ottenere. Sembra insomma che un atteggiamento consapevole garantisca il raggiungimento della meta molto più che essere ossessionati dagli obiettivi da raggiungere. Essere nel presente è chiaramente dunque un’innata strategia vincente, che alcuni esseri umani sviluppano da sé senza ricorrere a nessun allenamento specifico (buddista o no).
La meditazione di consapevolezza è però ad oggi la tecnica scientifica più efficace per allenare questa abilità, cioè mantenere la concentrazione sui processi nel presente invece che sugli obiettivi futuri.
Chiunque può così sviluppare quella caratteristica tipica dei migliori leader: vedere in modo chiaro la situazione ora.
Una mente focalizzata è una mente meno distratta e l’attenzione non giudicante consente infatti di operare le scelte più efficaci adesso per creare le premesse per una soluzione futura.​​Qualsiasi dirigente o imprenditrice lungimirante dovrebbe riflettere sull’opportunità di formare il proprio personale (e soprattutto se stessi) alla meditazione di consapevolezza. L’impegno e le risorse necessarie per organizzare dei corsi sono largamente ripagati dai benefici che se ne ricavano. Che sia in una piccola o in una grande azienda si creerebbero dei temporanei spazi ‘sacri’ in cui per un breve periodo di tempo regnerebbero la calma e il silenzio

 (in ambienti dove magari di solito regnano l’urgenza e le parole inutili).

D’altronde è provato scientificamente che dopo qualche settimana di allenamento regolare alla meditazione si registrano:
– una maggior coesione all’interno dei gruppi di lavoro
– e meno stress di fronte alle urgenze quotidiane.​

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