Dobbiamo amare noi stessi
prima di poter amare davvero qualcun altro

Thich Nhat Hanh

Le persone ciniche dubitano dell’amorevolezza altrui. Quando incontrano qualcuno amorevole lo considerano falso e ipocrita. Questo accade perché, identificati nelle loro paure, questi individui covano sempre rabbia e insoddisfazione e sono incapaci di empatizzare con l’amore gratuito.​Il loro continuo lamentarsi degli altri nasconde in effetti un atteggiamento ipercritico prima di tutto verso loro stessi che li rende incapaci di amarsi davvero e quindi incapaci di amare il prossimo. L’amore per queste persone è sinonimo di attaccamento ed è possibile solo all’interno di un contesto preciso e logico che soddisfa i propri bisogni, come la propria famiglia o il proprio gruppo. Chi invece non si uniforma ai modi del gruppo non merita l’amore e la comprensione, anzi è bene odiarlo e rifiutarlo, o almeno ridicolizzarlo con sarcasmo.

In realtà anch’io nutro sempre un po’ di diffidenza verso chi è diverso da me, ma con disciplina ho cercato negli anni di cambiare le mie convinzioni. Ad esempio nel periodo in cui prendevo la metropolitana tutte le mattine, mi predisponevo mentalmente ad accogliere chi entrava ogni volta all’apertura delle porte. Accogliere chi è brutto, sporco, volgare e puzza è molto difficile, ma è un esercizio utilissimo per aiutarci ad aprire il cuore alla vita nel senso più grande e ad amare poi davvero dal profondo, in modo disinteressato (senza aspettarsi nulla in cambio) anche i nostri cari e chi è bello, pulito, gentile e profuma.
Amare ed essere amati in fondo è ciò a cui tutti noi aspiriamo.​

Ma è possibile imparare ad amare? E come si fa?

​Nella tradizione buddista è presente una meditazione precisa a questo scopo: la meditazione della gentilezza amorevole (Metta in lingua Pali). La Metta consiste nell’augurare il bene e, praticata nel tempo, consente di sviluppare amore senza attaccamento (ad un oggetto d’amore) e senza esclusione (cioè un amore che include tutto e non esclusivo).​
Ogni forma di meditazione è già in effetti una pratica di gentilezza verso noi stessi e le altre persone, la meditazione della gentilezza amorevole però rende questo aspetto più esplicito.

Su Insight Timer puoi ascoltare Meditazione dell’Amore Universale (di 33 minuti) e altre meditazioni guidate, come Meditazione di consapevolezza e Metta (di 50 minuti)

​Per praticarla si parte da noi stessi, augurandoci sincera felicità.
Qualcuno all’inizio può non essere in grado di farlo, perché non si sente abbastanza degno. Vivere come se mancasse sempre qualcosa non ci fa sentire mai ‘abbastanza’ pronti per nulla, nemmeno per essere davvero felici. Covare sentimenti negativi verso se stessi provoca una contrazione e occorre allora uno sforzo per allentare le tensioni e lasciare che il cuore si apra.
​Seduti in silenzio con l’attenzione rivolta al nostro respiro rivolgiamo a noi stessi parole amorevoli che possiamo scegliere in base alla nostra creatività.

Ad esempio: “possa io essere felice e vivere nel benessere, in salute e in pace, possa io perdonarmi ed essere al sicuro”.
​È importante sentire davvero in modo concreto e viscerale queste piacevoli sensazioni e lasciare che pervadano tutto il nostro corpo.
Si prosegue poi estendendo l’augurio ad un amico, una persona amata o un insegnante: “che tu possa essere sereno, in pace, felice…”.
Si passa poi ad una persona che non conosciamo bene, ma che ci capita di incontrare ogni tanto, come ad esempio l’impiegata di un ufficio pubblico o di un negozio.
Infine, rivolgiamo l’augurio ad una persona sgradevole o nemica, che ci mette a disagio al solo pensarla. Quest’ultimo esercizio ci aiuta a liberarci da odio, rifiuto e pregiudizio.

I sentimenti amorevoli possono anche essere indirizzati verso tutti gli esseri viventi e le intenzioni gentili possono essere visualizzate come raggi di luce che propagano da noi verso l’esterno in cerchi concentrici. Se cercare di immergerci in queste sensazioni diventa però troppo astratto, è meglio focalizzarci su persone concrete della nostra vita.

La meditazione della gentilezza amorevole

è ottima per abbattere molte barriere mentali e riportare umanità e gentilezza nei nostri pensieri e nelle nostre intenzioni. Quando la mente è più calma e felice è più facile scrollarsi di dosso lo stress quotidiano e ne beneficeranno anche le persone con cui ci relazioniamo, perché riusciremo ad affrontare le sfide quotidiane trovando soluzioni vantaggiose per tutti.​

Nel post La Felicità, da Giacomo Leopardi a Matthieu Ricard avevo già indicato nella capacità di generare onde cerebrali gamma il correlato neuronale dell’abitudine alla felicità. Le neuroscienze ci dicono che anche meditare sull’amore e la compassione per tutti gli esseri viventi fa registrare un netto aumento delle onde gamma e provoca tutta una serie di effetti sia nei meditatori di lunga data che nei principianti, tra questi: diminuzione significativa dell’infiammazione e dello stress (Lutz et al., 2008); aumento significativo della risposta immunitaria (Pace et al.,2009).

Il nostro cervello è modulato costantemente da ciò che facciamo (neuroplasticità) e praticare regolarmente la meditazione della gentilezza amorevole attiva e fortifica aree del cervello responsabili per l’empatia e l’intelligenza emotiva.
​In modo responsabile possiamo allora decidere di allenare il nostro cervello all’amore. Questa meditazione quindi è importante perché tiene a bada le nostre emozioni e allena la mente ad essere più umana e saggia. Ci aiuta inoltre ad avere più pazienza e intuito nelle nostre relazioni, sia quella con noi stessi che quella con la famiglia, gli amici, i conoscenti, i colleghi di lavoro e il nostro partner. Ci aiuta insomma a capire come vivere meglio la nostra vita.

Troverai cinque meditazioni guidate di Metta, in modo da acquisire la dimestichezza necessaria per poi praticare in autonomia in modo personale e creativo.

Su YouTube invece trovi 30 video per affinare la consapevolezza, di cui 5, dal n° 16 al n° 20, sono dedicati alla pratica di Metta:
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Quando non siete sicuri di cosa fare, tornate al vostro respiro: inspirate ed espirate pienamente consapevoli, prendete rifugio nella presenza mentale. La cosa migliore da fare nei momenti di difficoltà è tornare a se stessi e dimorare nella consapevolezza
Thich Nhat Hanh

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